TRE SIMPATICHE PROPOSTE PER GIOCARE CON LA LINGUA ITALIANA (A SCUOLA E FUORI)

Si può giocare con la lingua italiana, come con qualsiasi altra lingua. La funzione metalinguistica del linguaggio verbale umano consente infatti di modulare a nostro piacimento il livello di consapevolezza della base normativa della varietà standard, con attività che si possono fare completamente da soli o in compagnia di altri amici, allo stesso modo ricettivi.
Una di queste idee mi è stata proposta una settimana fa da un collega, impegnato nella preparazione del concorso pubblico che, gli consentirà di stabilizzare la sua posizione all'interno della scuola italiana in qualità di docente di disegno e storia dell'arte. 


Le fasi preliminari dell'iter abilitante prevedono la risoluzione di quesiti sulla comprensione di un testo, esercizi di logica, cultura generale e valutazione delle competenze linguistiche. Per questo, equipaggiatosi di supporti cartacei e digitali con cui è possibile simulare la suddetta prova, il mio collega si sta confrontando, proprio in questi giorni, con parole di cui la maggior parte delle persone di cultura media in Italia misconosce il significato, come ad es. euristico, ologrammatico, icastico etc. Dal momento che ben sei anni or sono mi sono immerso per la prima volta nel mondo della secondaria di secondo grado fino alla punta dei capelli, ho deciso di essere il suo personale nume tutelare e, per unire l'utile al dilettevole, abbiamo pensato di animare in questo modo le afose e noiosissime giornate estive, che scandiscono il lungo intervallo di tempo prima della prossima apertura del nuovo anno scolastico (il primo anno scolastico post pandemia), dedicandoci a questo simpatico gioco di società a distanza, che illustro nella mia prima proposta ludico-didattica.

1. IL GLOSSARIETTO CHE DIVENTA SEMPRE PIU' GRANDE

Quando ero bambino e frequentavo la scuola primaria, la creazione di un piccolo personale glossario veniva considerata dai miei maestri come un'attività funzionale all'incremento del proprio magazzino lessicale. Venivo invitato ad individuare nei testi dei racconti, stampati tra le pagine del mio sussidiario, quelle parole che incontravo per la prima volta nella mia esperienza di parlante e andare a scovarne il significato sul pesantissimo e polveroso dizionario cartaceo. Oggi esistono una miriade di risorse on line, dizionari digitali di vario tipo, Wikipedia, gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado sono molto più fortunati da questo punto di vista di quanto lo sia stato io stesso ai miei tempi. 
Il mio collega in questione ha mantenuto la sana abitudine del piccolo glossario privato anche da adulto; io, che possiedo una potente area di Broca e ho delle notevoli capacità mnestiche, non sono altrettanto diligente. Ma in pratica in che cosa consiste questa attività? Ogni giorno a turno uno di noi due si sfida ad individuare una parola che molto probabilmente l'altro non ha mai incontrato. Su un documento exel condiviso raccogliamo i lessemi che portiamo l'uno all'attenzione dell'altro, con la relativa glossa, diligentemente riportata nero su bianco nella casella adiacente. Con il passare dei giorni e con solo cinque minuti di conversazione telefonica quotidiana, alla fine dell'anno, se saremo costanti e rigorosi, riusciremo a costruire un articolato e copioso dizionario dei lessemi desueti. Ovviamente l'esperienza può essere portata avanti anche in solitaria o con un numero di persone superiore a due, stabilendo in questo caso una specifica turnazione di tutti i membri del gruppo di lavoro per l'individuazione giornaliera di una nuova parola.

Nel frattempo ho ragionato con me stesso sulle ipotetiche attività didattiche da offrire ai miei studenti a settembre, non solo con la finalità educativa di farli innamorare della lingua italiana ma anche per rendere meno deprimente il fatto di dover seguire le lezioni in presenza con una mascherina che copre loro naso e bocca.
Ho quindi partorito altre due idee:

2. SULLE ORME DELL'INFEDELE LINGUISTICO

Come reagireste se un vostro amico che si accompagna ad una moglie bellissima la tradisse con una donna nettamente più sciatta e dimessa? Ritengo che la vostra reazione sia di stupore, se non di disappunto. Ebbene questa situazione è proprio ciò che si consuma quotidianamente sotto i nostri occhi in Italia, attraverso le stringhe di testo delle pagine di Facebook, articoli delle diverse testate giornalistiche, comunicati stampa di vario tipo, etc. Pur avendo a disposizione una lingua nobile, bella, richissima di allotropi, anche l'italiano colto preferisce, in numerose occasioni, ricorrere a parole prese in prestito da altre lingue, quando al limite, anche in mancanza di una parola corrispondente nella lingua italiana, il pattern di morfemi lessicali che il parlante nostrano ha a disposizione gli consentirebbe di sfornare un nuovo conio, suscettibile di essere assunto ad uso comune. 
In questo particolare momento storico, si è fatto ricorso al composto inglese lockdown per individuare la generalizzata sospensione di tutte le attività umane nei mesi di autoisolamento domiciliare, finalizzato al contenimento della curva epidemiologica. E ancora: cluster, ricovery fund, eurobond, codivfree. Sembra quasi che per innalzare qualitativamente il registro del proprio eloquio, sia necessario concedersi ogni tanto di tradire la lingua italiana (cfr. questa simpaticissima parodia). Ma per sbugiardare un adultero sono necessarie delle prove concrete. Quelle a carico dell'infedele linguistico sono di tre tipologie: 

1. prestiti: sono quelle forme verbali o nominali a cui ricorre intenzionalmente l'infedele linguistico, senza sottoporre quella determinata parola ad alcuna mutazione morfologica, ad. es. social network o selfie ( parola che ha il in italiano ha il corrispondente nella forma nominale "autoscatto")

2. forestierismi: sono quelle parole che hanno la struttura morfologica della lingua di arrivo ma etimo di quella di provenienza, es. blastare, "demolire a parole", derivante dal verbo inglese to blast (distruggere)

3. calchi: sono quelle perifrasi polirematiche che il parlante della varietà di arrivo traduce letteralmente senza sconvolgerne la sintassi e conservandone spesso il valore semantico. E' il caso rappresentato dall'espressione inglese stay on horse che è stata travasata nella iunctura italiana stare a cavallo. Allo stesso modo la polirematica italiana "colpo d'occhio" ricalca il tedesco Augenblick.

L'indagine sul tasso di infedeltà linguistica può essere applicato a qualsiasi fatto di lingua, prodotto da un singolo parlante o da un insieme di parlanti e consente di giungere ad una approssimativa ma indicativa fotografia di quanto l'italiano medio ami davvero la propria lingua. Può essere per esempio estesa ai testi delle conferenze e delle interviste dei parlamentari, per ricavare una qualche misura del livello di fedeltà linguistica della classe dirigente.

3. LA POESIA CHE CI GIRA INTORNO
La funzione poetica del linguaggio è quel particolare potere magico che consente di coinvolgere cognitivamente il nostro interlocutore attraverso le parole. Avete presente quando si partecipa alla discussione di un grande oratore e tutto l'uditorio pende letteralmente dalle sue labbra? La persona, che in quel momento ci sta parlando ed esercita un profondo ascendente su di noi, non è un incantatore di serpenti, ha semplicemente innescato questa particolare funzione di cui ogni lingua è perfettamente dotata. Abbiamo la possibilità di individuarne la presenza non soltanto all'interno dei testi letterari o nelle parole dei poeti in particolare, ma anche in testi che non hanno affatto velleità estetiche.
L'attività che sto proponendo è particolarmente utile per tutti gli studenti e le studentesse del secondo anno del percorso scolastico di secondaria di secondo grado, quando appunto si misurano con l'analisi del testo poetico, cominciando con una rassegna delle diverse figure retoriche, suddivise nei sottogruppi denominati figure di suono, figure di significato, figure di posizione. E quale miglior modo per imparare ad individuare figure retoriche e scampoli di pura poesia di quello che consiste nel ricercarli, passando al setaccio i testi degli slogan degli spot pubblicitari televisivi? E vi posso assicurare che la pubblicità, proprio perchè ha lo scopo di vendere un prodotto, ha un bisogno smodato di conquistare la mente e il cuore del pubblico attraverso l'uso consapevole e programmato della funzione poetica del linguaggio.

La casistica delle attività ludiche, finalizzate ad un approfondimento della conoscenza della lingua, che si possono intraprendere individualmente o collettivamente, a scuola e fuori, non si esaurisce certo in questa scarna terna. Per il momento mi riservo di secretare interessanti giochi di prestigio da svelare in futuro
Il codiv-19 ha colpito duramente la scuola italiana, ma il processo di ciicatrizzazione delle sue ferite è appena cominciato.




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