COME SVOLGERE L’ANALISI DI UN TESTO POETICO




Pierre Auguste Renoir, La liseuse, 1876, olio su tela, Museo d'Orsay, Parigi.


Come ci insegna Benedetto Croce, la poesia è la sintesi di intuizione ed espressione, la lirica altro non è che quel coacervo di sentimenti che ogni essere umano cova dentro di sé, tradotti in un’immagine concreta, chiara e nitida.

Per trasmettere questi sentimenti, per riprodurre il trasporto sentimentale che ogni tanto ci travolge, i poeti si servono delle potenzialità del linguaggio verbale umano, a differenza dei pittori che invece utilizzano immagini, colori, forme.

In considerazione di questo utilissimo presupposto, ho stilato un agile e brevissimo vademecum, che consentirà a tutti gli studenti che lo seguiranno di leggere e interpretare qualsiasi poesia.


La lingua

I poeti fanno ricorso alla funzione poetica del linguaggio, ovvero cercano di coinvolgere cognitivamente i lettori delle loro poesie; pertanto la loro lingua sarà nobile, sofisticata, ricercata, aulica, l’eleganza è un modo per piacere, per affascinare il proprio seguito di estimatori, per renderli nostri per sempre. Pertanto, oltre a selezionare uno specifico  codice linguistico per la stesura dei suoi versi (nel caso di Umberto Saba sarà l’italiano standard, per Mallarmé sarà il francese, etc.), il poeta rielabora in modo originale la lingua comune, tende a modularla a suo piacimento, assecondando la sua ispirazione, le sue preferenze linguistiche e le esigenze formali. Ogni saggio di un poeta concorre quindi a definire la sua parole poetica, il suo particolare idioletto.

Per cogliere la facies di quest’ultimo sarà pertanto utile:


  • individuare e poi separare tutti i sostantivi, gli aggettivi qualificativi, le voci verbali.

  • fare una rapida statistica delle occorrenze, verificare se ci sono delle forme nominali che ricorrono maggiormente nel testo poetico, se la predilezione per alcune parole si estende in altri saggi del medesimo poeta.

  • analizzare eventuali particolarità morfosintattiche, come ad esempio i dittongamenti, le apocopi, le univerbazioni, la disposizione dei sintagmi nelle frasi reggenti e nelle subordinate, se c’è predilezione per la paratassi o per la ipotassi.

  • individuare la presenza di forestierismi, di prestiti da altre varietà linguistiche, di cultismi, di conii linguistici generati dalla fervida mente dell’autore, di parole che si riferiscono ad un determinato gergo o sottocodice.

  • concludere l’analisi linguistica della poesia con un giudizio di gusto sullo stile del poeta: ha selezionato attentamente il proprio lessico? Lo stile può essere definito elevato? Umile? Ci sono una serie di parole che possono essere funzionali a definire sinteticamente lo stile di un autore (pomposo, mediocre, aulico, aristocratico, sciatto, essenziale, minimalista, ermetico, etc.).


La struttura metrica

Tutte le questioni intorno alla metrica e alla prosodia si limitano ad un arco temporale di produzione poetica che va dalla letteratura delle origini fino alla fine del XIX secolo. Il Novecento distrugge le intelaiature formali in cui i vati del passato comprimevano il loro estro. E dunque, se l’oggetto della nostra analisi critica sono le Rime d’amore di Tasso o una ballata di Guido Cavalcanti, è necessario rispolverare la nostra conoscenza delle principali strutture metriche: i versi classificati a seconda del numero di sillabe in essi contenute, i raggruppamenti di versi in strofe, i fenomeni della sineresi e della sinalefe, gli accenti tonici che scandiscono il ritmo della composizione, etc. 

Queste diapositive vi consentiranno di recuperare i più adeguati prerequisiti culturali in fatto di metrica.


Gli abbellimenti retorici

La funzione poetica del linguaggio ed il relativo coinvolgimento cognitivo del lettore di poesia si realizza anche tramite il sapiente inserimento di figure retoriche e questo è vero e valido da quando esiste la poesia, da Omero ad Alda Merini. Più sarà accurata e approfondita la conoscenza della retorica, più sarà facile individuare le figure di suono, di significato e di posizione contenute in un determinato contesto poetico.


I topoi

Sostantivo plurale derivante dal greco antico, questa forma nominale definisce tutte quelle situazioni, quelle piccole sequenze narrative che esprimono un luogo comune e ricorrono non solo all’interno dell’opera omnia di un poeta o di un narratore, ma anche in altri autori più o meno contemporanei al letterato che stiamo imparando a conoscere attraverso la lettura e l’analisi di una sua lirica. Un esempio di topos è il modo come la Donna Angelo, padrona e tiranna del cuore del poeta stilnovista, snobba il malcapitato costringendolo a chiedere ripetutamente il “guiderdone” di un saluto, di uno sguardo vivificatore. In realtà ce ne sono tantissimi: quello dell’amore non corrisposto; della condizione di esclusività e di isolamento del poeta all’interno di una società mediocre, grigia e qualunquista; persino la ricorrente invocazione a Calliope può essere considerato un topos. Individuarli ed esplicitarli all’interno di un’analisi del testo poetico ci aiuta a far emergere la psicologia e la metodologia di lavoro del poeta.


Le immagini

Tutte le poesie, esclusa nessuna, si nutrono di immagini, perchè esse divengono il simbolo di un moto dell’animo. Le poesie sono intrise di immagini, si nutrono di queste, sono la loro linfa vitale. Le possiamo classificare in oggetti, ritratti, paesaggi. Per aiutarvi ad individuare le immagini disseminate lungo il corpo di una lirica, propongo qui i primi due distici della prima stanza della lirica di Guido Gozzano L’amica di nonna Speranza, vv. 1-4:


Loreto impagliato ed il busto di Alfieri, di Napoleone

i fiori in cornice (le cose buone di pessimo gusto),

il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti, 

i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro, (...)



I topic contenuti nella lirica

Ogni messaggio, ergo anche quello poetico, è portatore sano di un argomento, un po’ come facciamo noi tutte le volte che mandiamo una mail, quando cerchiamo di sintetizzare in poche righe il contenuto del nostro messaggio elettronico. La poesia ci parla sempre di qualcosa, possono essere temi impegnati, ma anche frivolezze, oppure rappresentare la pagina del diario intimo di un autore. Possiamo estrapolare il tema di una poesia da un’analisi complessiva, ma dobbiamo leggerla per intero e considerarla un unicum. Ci saranno sicuramente versi in cui il tema o i temi della lirica saranno maggiormente esplicitati, ma in realtà tutte le sezioni del componimento poetico concorrono ad esprimere uno o più contenuti.


Cosa può dirmi quella poesia e in che modo contribuisce alla mia crescita interiore? Diventare un lettore di poesia ci porta inesorabilmente ad ascoltare quelle parole che abbiamo bisogno di ascoltare in quello specifico periodo della vita, magari perché abbiamo perso una persona a noi cara, perché non riusciamo a dare una spiegazione alle tragedie quotidiane e alle meschinità umane. La poesia fa questo: getta una luce su una verità, sintetizza pensieri profondi, pronunciati o scritti nel miglior modo possibile, ci illustra verità che da quel momento in poi saranno parte integrante della nostra interiorità, contribuirà a forgiare la nostra personalità, ci consentirà di trovare le parole giuste nel momento in cui è necessario esprimere verbalmente nella forma più adeguata un moto dell’animo.


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