PER OGNI AUTORE DELLA LETTERATURA ITALIANA


Immagine tratta dalla pellicola cinematografica dal titolo L'attimo fuggente (1989), per la regia di Peter Weir.

 

Se il tuo docente o la tua docente di lettere sono stanchi di sentire ripetere informazioni sterili e patetiche come La biblioteca di casa Leopardi contiene circa 20.000 volumi, Prima di morire un ottuagenario Manzoni si era fratturato il femore scivolando sul sagrato della chiesa milanese di San Fedele, Gabriele D’Annunzio ha coniato la parola tramezzino, evidentemente ritiene che studiare letteratura italiana, o la storia della letteratura italiana, non comprenda affatto la memorizzazione del gossip sugli autori più celebri della nostra tradizione letteraria. Ed in effetti, in questo modo, il culto delle belle lettere diviene inutile e faticoso. 

Dunque, affinché quest’esperienza formativa sia davvero proficua, è sufficiente concentrarsi fondamentalmente su tre aspetti:

  1. Temi, immagini, tòpoi.
  2. La poetica dell’autore
  3. Lo stile 

Poi se avanzano tempo ed energie, i più volenterosi potranno stilare anche un elenco dettagliato dell’opera omnia di un poeta o di un narratore; allo stesso modo nessuno vieterà loro di approfondire particolari più o meno piccanti sul privato di Ariosto e Tasso (a proposito di quest'ultimo, secondo voi, Eleonora D'Este era la sua crush?). Ricordiamo però che l'educazione linguistica e letteraria, impartita negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, non può assolutamente prescindere dall'insegnamento-apprendimento della letteratura italiana, non delle cronache rosa dal Rinascimento o dalla Firenze tra XIII e XIV secolo.


  1. Temi, immagini, topoi.


Ogni autore ha il suo cavallo di battaglia, è esperto di qualcosa. D’altronde se non ci fosse questa preparazione preliminare su uno specifico fenomeno della realtà circostante, la sua ispirazione sarebbe monca. Non si possono leggere Dante, Petrarca e Manzoni ignorando del tutto la dottrina cristiana. Conoscere anche superficialmente la cultura cortigiana e l’etichetta rispettata presso le corti italiane del Cinquecento ci aiuta a comprendere adeguatamente alcune narrazioni all’interno dei poemi di Ariosto e di Tasso.

Proponiamo qualche esempio di tema più o meno ricorrente nelle opere dei principi della letteratura italiana:

  • il mito
  • L’amore (come struggimento, sentimento non corrisposto, come forza implacabile, come unione coniugale etc.)
  • la guerra
  • La sete di potere 
  • La vendetta
  • Il dubbio
  • L’ambizione
  • La violenza
  • L’ingiustizia 
  • La spensieratezza della gioventù 
  • La morte
  • Il dolore 
  • La felicità 
  • Il senso della vita e della storia

Insomma, per ogni produzione esiste uno o un paio di leitmotiv che la informano costantemente: Petrarca, ad esempio, è fissato con il contrasto tra spiritualità e desideri carnali; Manzoni approfondisce più volte il motivo della Divina Provvidenza; Leopardi insiste sul tema della Natura come matrigna crudele e non madre benigna.

Quando temi e motivi sono condivisi da un elevato numero di autori, anche non italiani, allora si parla di topoi, letteralmente luoghi, posti irreali le cui vie sono state battute numerose volte.

Quando invece un docente di lettere chiede di individuare le immagini ricorrenti all’interno di una narrazione in prosa o in versi, o lungo le liriche di una raccolta poetica, occorre concentrasi sulle quelle suggestioni in grado di proiettare qualcosa di concreto, percepibile ipoteticamente con i cinque sensi, nella nostra mente. Il seguente elenco è una breve rassegna di immagini a cui l’arte figurativa e la letteratura universale ci hanno abituato:

  • il corpo esanime di un uomo o una donna morente
  • La luna
  • Un mare in tempesta
  • Un bacio tra due giovani amanti
  • gli elementi costitutivi della bellezza muliebre
  • La natura incontaminata, solare, primaverile, floreale 
  • Lo scontro tra due cavalieri


Una parola può evocare un’immagine, una presenza. Il linguaggio verbale umano ha la capacità di costruire in breve tempo un autentico universo parallelo. Queste immagini hanno il potere di scaldare l’animo dei fruitori, di commuoverli, indignarli, colmarli di fiducia e di speranza. 

D’altronde la letteratura serve proprio a rendere quanti le si accostano persone migliori, mature, intelligenti e pensanti: non può, e non deve, essere ridotta a mero nozionismo.


La poetica


Quando si parla di poetica, non viene suggerito un argomento che sia esclusivo appannaggio dei poeti, ma sono inevitabilmente coinvolti anche i prosatori. L’ars poetica per Aristotele era l’insieme delle regole che moderavano la composizione della tragedia, la più alta espressione letteraria. Per gli studenti e gli studiosi contemporanei la poetica di un autore descrive invece la sua originale concezione della letteratura, quali sono le finalità che la poesia e la narrativa si prefiggono di conseguire e come dovrebbe essere esercitato il mestiere dell’uomo o della donna di lettere. 

Ogni autore ha la sua specifica poetica e in alcuni casi i punti essenziali della medesima sono espressi chiaramente all’interno di un documento programmatico, come ad esempio il saggio breve di Giovanni Pascoli, intitolato Il Fanciullino. Non di rado una sola poetica informa la produzione di un gruppo di letterati, tutti classificabili all’interno di una scuola, come ad es. lo Stilnovo oppure i Futuristi. 

Per gli autori più antichi la poetica si evince facilmente attraverso la lettura meticolosa delle rispettive opere. 

Fondamentalmente, a proposito di poetica, possiamo suddividere gli autori in due macrogruppi: 

  • gli autori per cui la letteratura è sinonimo di impegno civile
  • coloro per cui la poesia, l’epos, la narrativa ed il teatro sono il vagheggiamento di un mondo ideale e irreale e, pertanto, uno strumento di evasione dalle miserie della realtà circostante.


Lo stile


È in genere scontato che, quando si parla di stile, sia chiaro cosa si intenda. Un’analisi stilistica prevede un’attenzione particolareggiata alle modalità di scrittura: le parole più spese da un poeta sono ricercate oppure sono forme marcate in senso diastratico? Nella distribuzione degli enunciati, l’autore privilegia la paratassi o l’ipotassi? Quali abbellimenti retorici ne impreziosiscono i testi? In parole povere, lo stile di un autore non è niente di meno che il suo idioletto letterario.


Un'ultima considerazione a conclusione di questa breve riflessione sullo studio e l’approfondimento della storia della letteratura italiana: al netto dell’esigenza di una lettura integrale dell’opera d’arte, in un immaginario manuale ideale un buon assaggio del magistero di un autore è fornito da un numero di testi neanche troppo consistente; se infatti devo annusare un poeta del XV secolo, considerato minore, semplicemente attraverso la lettura e l'analisi superficiale di un sonetto, tanto vale ignorare il suo passaggio sulla terra. 


TUTTO CHIARO? Un abbraccio, prof. Dino!

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